I risultati
“Il modello BIM ottenuto riproduce la realtà attraverso elementi tridimensionali, assonometrici e prospettici, con una precisione sui dettagli, soprattutto nella parte relativa all’impiantisca, che ci ha davvero sorpresi”, commenta Davide Carrari. “Per noi è stato un progetto pilota, possiamo definirlo il progetto zero. Abbiamo iniziato da Fortogna, stabilimento che presenta una forte complessità, ma la scelta è stata motivata dalla necessità di fare esperienza, di prendere confidenza piano piano con un nuovo modo di lavorare che, una volta a regime e conclusa la nostra formazione, ci fornirà molteplici vantaggi: maggiore efficienza, produttività, meno errori, maggiore interoperabilità, velocità nel recupero delle informazioni e massima condivisione delle stesse, un controllo più puntuale e coerente dei cambiamenti che ci verranno richiesti”.
Il modello nella sua interezza sarà mostrato alla Direzione: obiettivo dell’Ufficio Facility è poter virtualizzare in un prossimo futuro tutti gli stabilimenti di Marcolin SPA. “Avere a disposizione tutti i layout in digitale, in un unico modello virtuale, oltre ad essere una risorsa di conoscenza condivisa delle informazioni, ci aiuterà ad adottare un nuovo standard lavorativo e ad affacciarci al futuro”, conclude Davide Carrari.
Uno sguardo al futuro
Il modello tridimensionale è il fulcro del processo di digitalizzazione: oltre alla fase iniziale incentrata sulle attività di progettazione e controllo legate al layout produttivo, i modelli consentiranno di supportare l’ufficio nelle attività di manutenzione programmata. In futuro sarebbe bello riuscire ad integrare ai modelli tridimensionali anche i dati IoT provenienti dalle macchine per sfruttare la massimo le informazioni e implementare una manutenzione predittiva.
Il nostro obiettivo è il Digital Twin dell’impianto produttivo.